Distacco dai legami
Discendo di era in era per proteggere i giusti, annientare i malvagi e ristabilire i principi della legge. Sri Krishna
Durante il corso delle nostre vite, la nostra anima si carica come una batteria. Ogni emozione, colore, suono, evento, va ad aggiungere punti esperienza, che ci trasciniamo attraverso l'eternità.
Il dolore non è che un atto momentaneo. Ciò che al momento ci sembra eterno, per la nostra anima non è che un battito di ciglia, lungo le linee della vita, eppure ciò che accade spesso ci turba, crea sofferenza o preoccupazioni. Perché?
L'attaccamento a ciò che abbiamo, in termini di beni materiali, ma anche relazioni o semplicemente abitudini, porta a generare sofferenza nel momento in cui queste cose vengono meno. L'attaccamento genera la paura di perdere e da essa derivano un corollario di sentimenti affini e deleteri, come l'invidia, la gelosia, l'accidia, etc.
Facciamo un passo indietro ed assumiamo che le uniche due emozioni principali, da cui fioriscono tutte le altre sono la paura e l'amore. Esse sono in antitesi!
Ogni istante della nostra vita irroriamo lo spazio di energia, frequenze vibratorie, un po' come una radio. Immaginate un sassolino nello stagno. Ogni emozione, genera onde attorno a noi, informazioni, recepite dal subconscio di chi ci sta attorno.
La forza di queste informazioni è tale che produce addirittura uno specifico odore, che ad esempio gli animali possono sentire: «la paura emette puzza, mentre l'amore sprigiona una fragranza soave.»
Anche gli esseri umani percepiscono questi odori, solo non se ne rendono conto in modo cosciente, ma reagiscono agli stimoli, coerentemente con quanto programmato nei propri demoni interiori.
Immaginate ad esempio un ragazzo alla guida di un auto, apparentemente sereno, che parcheggia davanti ad un bar. Il ragazzo, ogni volta che usa l'auto, dentro di se ha il terrore che le forze dell'ordine gli facciano una multa, eppure ha parcheggiato bene ed è prudente alla guida.
Esteriormente appare tutto normale, ma interiormente il demone porta il corpo ad assumere atteggiamenti di paura. Così, pochi minuti dopo, due carabinieri vedono l'auto parcheggiata, non sanno nemmeno loro la ragione, ma sanno che devono fare una verifica. Chiedono al ragazzo documenti, fanno perquisizioni, finché non trovano qualcosa che non va e gli attribuiscono una pena esemplare, per magari un faro troppo alto.
Apparentemente è un'ingiustizia, invece tutto è andato secondo i piani. Qualcuno mostrava paura, si sentiva in difetto e qualcun'altro ha aiutato a comprendere.
Questo è un teatro che avviene costantemente in ognuno di noi. La paura governa intere vite, finché, sballottati da una parte e dall'altra, come trottole, non capiamo che possiamo governare l'intero processo di apprendimento e risveglio, creando gioia e amore attorno a noi
Per uscire da queste situazioni e cominciare ad essere padroni della propria vita, è fondamentale imparare a prendersi la responsabilità di tutto ciò che accade. Tutto, senza distinzione. All'inizio sembra assurdo, ma non siamo mai vittime, ma co-responsabili. Abbiamo in mano noi la palla, sempre!
Non è sempre immediato capire qual'è la nostra responsabilità in ciò che accade
In certi casi bisogna chiedere a Dio, all'Universo, al Supremo, a chiunque riconoscete come l'essere superiore creatore di ogni cosa:
«Padre, qual'è la mia responsabilità in tutto ciò? Come posso rimediare? Mi dispiace per tutto questo, ti prego perdonami, perché non sapevo ciò che stavo facendo. Grazie per tutto quello che mi dai in ogni istante, Ti Amo!»
Oppure, semplicemente:
«Mi dispiace, Ti prego perdonami, Grazie, Ti Amo»
06/03/2014