La fabbrica del figlio dell'uomo

In origine fosti un giardino, tanto grande e magnifico che altre specie del creato giunsero da te per infondere una scintilla di vita nei cuori ancora in fasce dei tuoi abitanti.

Madre, come sei amorevole con tutti noi

e come noi invece ti spremiamo, inconsapevoli della tua vastità.

In origine fosti un giardino, tanto grande e magnifico che altre specie del creato giunsero da te per infondere una scintilla di vita nei cuori ancora in fasce dei tuoi abitanti.

Questi individui, forti e gloriosi, vennero in massa e tu li accogliesti come figli tuoi, nel tuo grembo amorevole e fruttifero.

Tu li avresti addestrati, gli avresti dato i mattoncini per costruire una casa, avresti dato l’opportunità di fioritura ai loro cuori ed essi decisero di restare.

Poi venne un Uomo, una primizia, il Figlio dell’Uomo. Scese tra noi ed insieme a noi visse e ci indicò la via, ma molti non credettero, altri mistificarono, altri ancora, con la scusa della Sua grandezza, si accomodarono alle leggi poco umane del Giudizio e del Tempo.

Molti accolsero il Suo Nome nel proprio cuore e fecero propri i Suoi insegnamenti e divennero grandi e gloriosi Figli dell’Uomo.

Frutti maturi stanno venendo alla luce, come un seme perde nutrimento a beneficio dell’albero, così tu ci infondesti vita e grazia e amore.

Tra la decadenza di una civiltà votata al disordine, il Figlio dell’Uomo è pronto a fioritura. Prepariamoci al momento del raccolto.

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